Insieme ai film sara’ possibile ammirare anche le opere pittoriche di Vincenzo Tino, per la prima volta visionabili al pubblico. La mostra ha come titolo ” Paesaggi della memoria ” ed è accompagnata da un testo critico del filologo e artista Generoso Vella : “Vincenzo Tino si avvicina all’arte da autodidatta e per diletto. Successivamente diventa sempre più una passione e un’esigenza insopprimibile. Dipinge dal 2002 e nelle prime opere rivela il suo amore per la lettura e per la classicità. Comincia un percorso di riscoperta della mitologia che riporta sulla tela, tra accenni di raffigurazione ed estrema sintesi. I primi stimoli provengono dall’Iliade e l’Odissea dal quale nascono quadri ispirati alle ambientazioni e alle storie di Ulisse, Ettore e Achille. Seguono poi dipinti a tema sacro alternati a scenari naturali, liberi e fantasiosi.
Vincenzo è un appassionato dei poemi omerici e riconosce nei greci antichi, un modello per la civiltà occidentale per i valori che per primi hanno elaborato e tramandato come libertà, giustizia e democrazia. Il pittore mette in pratica gli insegnamenti provenienti da quel mondo lontano secondo cui per fare arte servono abilità intellettuali e cultura. Dai quadri di Vincenzo si ricava un dialogo con la coscienza che affonda le radici nel ricordo, nella sovrapposizione del passato e del presente, nell’accostamento tra l’eterno e l’effimero. Il pittore propone quasi sempre situazioni e ambienti di pausa, di rigenerazione e di contemplazione. Si riconoscono atmosfere accattivanti ed evocative che accendono l’immaginazione e suscitano emozioni. Nel corso degli anni la sua arte ha risentito di una vivace evoluzione. Oggi l’artista è impegnato nella continua ricerca di nuovi linguaggi espressivi non limitandosi alla pittura acrilica ma utilizzando nuove tecniche e materiali come foglie, pietre, sabbia, vetro, tessere di mosaico. Nascono così lavori polimaterici caratterizzati da interessanti effetti visivi e tattili, fatti di incisioni, di sporgenze, di crepe simboliche dell’anima. Essi nascono dal bisogno di riaffidare all’arte quella capacità di condurre verso una perenne ricerca di armonia, bellezza e pacificazione interiore e rimandano a luoghi sconosciuti che l’immaginazione prende ad abitare. L’arte di Vincenzo diventa rivelatrice di malinconie interiori, di reminiscenze, di stupori e di fulminei entusiasmi che si compongono sulla tela secondo uno schema perfettamente equilibrato e ordinato. I colori particolarmente brillanti e luminosi, sono sempre ben controllati e razionali e colpisce l’ampio uso dei primari : il giallo, il rosso e il blu. La sua pittura mette insieme logica e metafisica, presenze e assenze, pieni e vuoti mediante dinamiche visioni i cui giochi cromatici sono di forte impatto visivo” conclude Vella.
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